Si ricomincia. Dopo l’annullamento per i divieti alla mobilità dovuti alla pandemia della prima uscita del 2021, il mese di Febbraio con l’allentamento delle restrizioni ci permette di aprire l’attività escursionistica sezionale per il 2021.
La stagione invernale ci ha regalato abbondanti precipitazioni nevose con la necessità di spostare l’originale meta (il manto nevoso non garantiva sufficiente sicurezza) dal monte Grappa all’altopiano di Asiago.
Le ultime giornate ci hanno portato freddo ma anche vento. Cosi, in questa splendida giornata di sole invernale l’aria si presenta particolarmente tersa, lo sguardo può spaziare all’infinito. Decisamente chi oggi ha preferito pantofole e divano è in torto.
Siamo un nutrito gruppetto di baldi ed effervescenti ciaspolatori, ancora con qualche residuo di sonno, giovani e un po’ meno giovani. Si cari signori… noi pesiamo l’entusiasmo e non la carta di identità, ma per mero dato statistico corrono ben 50 primavere tra la più giovane partecipante ed il “meno giovanotto”!!!
Al parcheggio della birreria Madarello, nelle contrade alte di Asiago, oltre l’aeroporto, abituale regno del compianto Mario Rigoni Stern svolgiamo i nostri preparativi per l’escursione:si controllano e si aggiustano le ciaspole, indossiamo scarponi ed abbigliamento per il freddo pungente. Qualche opinione divergente sulla temperatura,chi propende per -10°,chi arriva a -14°,comunque la splendida giornata di sole ci conforta e riscalda,si sta bene. Le montagne si presentano in una versione invernale magnifica,l’abbondante neve ricopre il terreno di uno scintillante mantello bianco, fa contrasto un cielo sgombro di nuvole e di un azzurro intenso,la neve presente ancora abbondante sui rami degli alberi accentua la cromaticità del bosco.
Ci inoltriamo per una traccia molto battuta tra il bosco, il sentiero percorre la cosiddetta pista Stalder. Incontriamo prima il cippo dedicato alla memoria dello Stalder e poi l’omonimo bivacco. Il percorso si snoda all’interno di un bel bosco dove sono ancora presenti in alcuni punti gli effetti della tempesta Vaia. Non mancano un paio di tratti del sentiero con pendenza più marcata dove arranchiamo con un po’ di fiatone. Dopo il bivacco si è oramai in prossimità del monte Zebio, facciamo una sosta per raccontare succintamente i fatti d’armi avvenuti durante il primo conflitto mondiale.
Per raggiungere la cima allungando un po’ il percorso camminiamo sull’ampia dorsale. La neve nonostante il forte irraggiamento solare è ottimale, asciutta ed il freddo intenso ha formato uno strato ghiacciato che ci permette di camminare senza sprofondare. La cima dello Zebio ci regala ampi panorami in tutte le direzioni,si può scorgere in lontananza anche la laguna Veneziana.
Dopo le consuete foto di rito scendiamo al bivacco dell’Angelo per la meritata pausa pranzo.
Intraprendiamo il ritorno in direzione della croce di S. Antonio cosi da effettuare un giro ad anello, la discesa è veloce e senza imprevisti. L’ultimo breve tratto del percorso è su asfalto. Siamo alle nostre auto, forse ma dico forse un po’ stanchi ma sicuramente felici di avere goduto di una rivitalizzante giornata.
Un bellissimo ambiente montano, una splendida natura, ed un allegra brigata di sedici amici/montanari, come qualcuno di noi ha saggiamente suggerito: domani la fatica se ne sarà andata, rimane la piacevole memoria di una bella giornata.
Un abbraccio agli amici che hanno voluto condividere questa lieta giornata, un invito a tutti gli altri di partecipare alle prossime escursioni.
Il capogita
Bruno Dalla Pozza