Ho cominciato ad interessarmi alla manutenzione dei sentieri intorno al 2013. L’allora presidente della sezione del CAI di Dueville era Graziano Colpo.
Avevo già chiesto informazioni sul tipo di attività a qualche socio ma restavo ancora con le idee confuse.
Mi ero fatta l’opinione che fosse sì una cosa utile, collaterale alle “normali” escursioni programmate, però non avevo chiaro cosa bisognasse fare e come fare per partecipare alle uscite dedicate alla cura dei sentieri. Ero arrivata al punto di pensare che si trattasse di cose “da uomini” e alquanto faticose. Graziano mi diede qualche altra informazione, soprattutto per l’aspetto sicurezza e prevenzione degli incidenti.
Ho scoperto che alle uscite per sistemare i sentieri partecipavano in genere arzilli pensionati e che lo facevano nei giorni lavorativi, dato che il CAI programma le gite di sabato e di domenica. In un negozio di ferramenta comprai un paio di scarpe antinfortunistiche. A me, appassionata di giardinaggio, sembrava fossero l’unica cosa che mancava; ho scoperto in seguito che era più sicuro indossare gli scarponi: si opera in montagna, dove le cosiddette barriere architettoniche non mancano e le calzature adeguate sono appunto gli scarponi. Per guanti, occhiali protettivi e visiera, eventuali attrezzi personali ero a posto. La sezione CAI aveva inoltre una dotazione di attrezzi adatti ai lavori da svolgere: rami da troncare, gradini da costruire, passaggi da ripristinare. Mi sentivo pronta ad incominciare. A questo punto devo ricordare che il gruppo di manutenzione parte armato anche di cose proprie cioè picconi (tutti almeno cinquantenari e di grande valore affettivo) mazzette ereditate dai nonni, rastrelli di forma speciale, adatti per operare su terreni in dislivello eccetera. Le aggiunte personali di ferramenta devono tener conto del peso complessivo dello zaino: ai primi tempi esageravo, non volendo privarmi della “mia” seghetta ad arco arancione e della “manaretta” da guardaboschi. Dopo un paio di cappottamenti e un recupero fantasioso dello zaino che per il peso non voleva stare fermo dove lo mettevo, mi sono adeguata.
Volete sapere come ho fatto ad entrare a far parte della manutenzione sentieri? Ho contattato il responsabile dell’attività di manutenzione che valuta dove operare e la tipologia degli interventi e, preso accordi su passaggio in auto, ora di partenza, materiali occorrenti, ho iniziato ad operare.
La squadra esce circa una volta alla settimana ma i “capi” Aldo e Franco fanno in anticipo una camminata di ispezione per vedere e definire meglio i lavori da fare. Altre volte sono i Comuni della zona pedemontana che segnalano al CAI situazioni di pericolo o dove si dovrebbe intervenire.
Da cinque anni ormai, grazie al tempo in più che mi ha regalato la pensione, posso dedicarmi con entusiasmo a fare qualcosa di alternativo oltre alla semplice escursione con tecno abbigliamento e bastoncini ultimo modello e ho scoperto che anche questo è un bel modo di camminare in montagna, stare in compagnia in luoghi belli e non inquinati, facendo qualcosa di utile per l’ambiente e per gli altri frequentatori della montagna. E, tutto sommato, non è neanche troppo faticoso.
Roberta Venzo